IL RUOLO DEI BIOFLAVONOIDI
NELLA PATOLOGIA EMORROIDARIA ACUTA.

D. Giglio*, A. Alderisio**, V. Formisano*, S. Guerriero°, M. Calabria**, A. Di Muria*

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INTRODUZIONE

La patologia emorroidaria costituisce una delle affezioni più comuni rilevabili nella pratica clinica ed innumerevoli sono stati i tentativi, sia medici che chirurgici, compiuti nel corso dei secoli, di alleviare i disturbi ad essa connessi, il dolore, il sanguinamento, il senso di profondo disagio psicologico.Lo scopo di questo lavoro è di esaminare il possibile ruolo, come coadiuvante nel trattamento della malattia emorroidaria, di una classe di composti naturali, i bioflavonoidi, molto studiati soprattutto per le loro proprietà antiossidanti ed assai promettenti per future applicazioni cliniche in vari campi della medicina.

PAZIENTI E METODI

Tra Febbraio 2002 e Luglio 2002 abbiamo osservato 146 pazienti affetti da emorroidi, 85 di sesso femminile e 61 di sesso maschile, di età compresa tra 24 e 75 anni. In 36 casi si trattava di emorroidi di II grado, in 58 di emorroidi di III grado e nei rimanenti 52 casi di emorroidi IV grado.Abbiamo eseguito come metodica ambulatoriale 32 legature elastiche di emorroidi di II-III grado.Abbiamo inoltre eseguito 72 interventi chirurgici di emorroidectomia secondo Phillips, di cui 20 peremorroidi di III grado e 52 per emorroidi di IV grado.Abbiamo praticato infine 36 prolassectomi e mucose con stapler secondo Longo, per emorroidi di III grado a cui era associata una rilevante componente di prolasso mucoso emorroidario, che si giova notevolmente dell'esecuzione di questa tecnica.Di questi 146 pazienti, 34 (23%) sono venuti alla nostra osservazione in preda ad una crisi emorroidaria acuta, con una sintomatologia rappresentata da dolore, congestione e prolasso dei pacchetti emorroidari, con edema ed essudazione anale di vario grado; proctorragia di entità variabile era presente in 12 soggetti (35%).Questi 34 pazienti sono stati randomizzati in 2 gruppi ai quali è stato somministrato in doppio cieco un placebo oppure FLAVONIL alla posologia di 2 cps 3 volte al dì lontano dai pasti per i primi 4 giorni e 2 cps 2 volte al dì per i restanti 3 giorni.

RISULTATI

Nel gruppo di pazienti trattati con FLAVONIL abbiamo rilevato, dopo 72 ore dall'assunzione del medicamento, una riduzione più marcata dei segni e dei sintomi relativi alla crisi emorroidaria, rispetto al gruppo che assumeva placebo.In particolare, all'esame obiettivo, il miglioramento della congestione, dell'edema e del prolasso dei cuscinetti emorroidari è stato sensibilmente più evidente nel gruppo FLAVONIL, con una riduzione soggettiva del sintomo dolore tale da dimezzare globalmente l'assunzione dei farmaci analgesici prescritti (FANS), rispetto al gruppo placebo. L'effetto positivo di FLAVONIL risultava ancor più rilevante in V ed in VII giornata di trattamento il composto è stato molto ben tollerato alle dosi prescritte e non si sono osservati effetti collaterali.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

La malattia emorroidaria rappresenta una alterazione della normale anatomia e fisiologia del canale anale, caratterizzata essenzialmente dalla degenerazione del tessuto connettivale elastico e muscolare che nella sottomucosa sostiene i cuscinetti vascolari emorroidari, i quali divengono così abnormemente mobili ed angolati. Sul piano funzionale questa modificazione anatomica si riflette in una alterazione della normale rotazione verso l'esterno del plesso emorroidario e del suo svuotamento in seguito al passaggio del bolo fecale ed in un iperflusso vascolare per ostacolato deflusso venoso.Il ponzamento accentuato ed il passaggio di feci dure, nonchè l'aumentato tono dello sfintere anale interno sono altri fattori implicati nella congestione, nell'ipertrofia e nel prolasso dei cuscinetti venosi emorroidari. In presenza di cuscinetti prolassati e congesti e di aumentato tono sfinteriale si può verificare l'insorgenza di una crisi emorroidaria, con edema, essudazione, dolore fino a quadri severi di tromboflebite emorroidaria. La terapia delle crisi emorroidarie si può avvalere di farmaci antinfiammatori ed analgesici, di spasmolitici per lo sfintere anale, come ad esempio la nitroglicerina gel, di farmaci vasoattivi, volti a ridurre la congestione venosa e quindi l'edema e la trasudazione; il trattamento chirurgico consiste nella dilatazione digitale dell'ano o nell'emorroidectomia d'urgenza, che rappresenta ovviamente la terapia definitiva. Nella nostra esperienza, FLAVONIL si è dimostrato un utile coadiuvante nella terapia medica delle crisi emorroidarie, grazie all'azione combinata dei citroflavonoidi, della bromelina e dell'acido gamma-linoleico. I bioflavonoidi, ed in particolare la citrina, esercitano un attività antiossidante, migliorano il trofismo del tessuto connettivo, agendo sul metabolismo della vitamina C e dell'acido ialuronico e possiedono proprietà antinfiammatoria ed antiaggregante piastrinica; ma soprattutto sono dotati di una funzione venotonica e capillaro-protettrice, che si esplica nella riduzione della permeabilità e degli edemi legati alla stasi venosa. Anche la bromelina, con la sua attività enzimatica antinfiammatoria di tipo proteolitico e fibrinolitico, contribuisce alla riduzione dell'edema, della vasodilatazione e della permeabilità capillare. Infine l'acido gamma-linoleico, precursore delle prostaglandine della serie 1 (PGE 1), possiede spiccate proprietà di stabilizzazione delle membranecellulari, che si riflettono sull'integrità dell'endotelio capillare.


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.* Ospedale S. Giovanni Bosco - ASL Napoli1** Azienda Ospedaliera S. Sebastiano di Caserta° Ospedale S. Martino di Belluno

 

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